Libri

Pallas – La bellezza della forma

 

Testi di Charles-Henri Favrod

Nel 1955 Citroën abbandona la trazione anteriore, lanciata nel 1933, e crea un’automobile rivoluzionaria, la DS a sospensione idropneumatica, a cui faranno seguito la ID, modello molto più comune, e la Pallas, modello di lusso.

Pallas è anche uno dei tanti soprannomi della dea Atena. Ma secondo una leggenda successiva è anche il nome di una delle figlie di Tritone, amica di gioventù di Atena, uccisa accidentalmente durante uno dei loro giochi. Per renderle onore e per conservarne la memoria, Atena avrebbe aggiunto il suo nome al proprio e plasmato il Palladio, una statua a cui si attribuiscono proprietà magiche. La mitologia ci offre ancora un’altra variante: Pallas sarebbe uno dei Giganti, egli stesso padre di Atena che avrebbe voluto fare violenza alla propria figlia e che ella ucciderà e scorticherà per fare della pelle di lui la sua leggendaria corazza.

Ma il nostro scopo non è quello di parlare dell’Olimpo bensì quello di presentare il lavoro fotografico di Cesare di Liborio, che ha immortalato la bellezza delle forme dell’automobile omonima. Quest’ultima possiede una modernità incredibile, un’eleganza delle linee ed una perfezione di comfort ineguagliabili. Tutti coloro che l’hanno provata, prima di un abbandono definitivo e sempre prematuro, sono d’accordo al riguardo : mai più è stato creato di meglio.

Rimane solo la nostalgia. Rimangono i volumi e qualche esemplare del veicolo a celebrazione della sua eccellenza, che Cesare di Liborio riesce a rendere molto bene. Ma egli ha avuto l’idea di separare gli elementi e di inserirli in luoghi dove essi possono ancora esercitare appieno il loro potere di seduzione. Perché la Pallas richiama sensazionidi bellezza e di sottile erotismo, estremamente intrigante, a volte funzionale a volte “voluttuosa”, e mantiene la propria identità attraverso gli anni che avrebbero invece dovuto renderla fuori moda. Una sensazione di “scompiglio interiore” (turbamento) nata esattamente da questo fenomeno in un mondo la cui caratteristica è quella di fare precipitare tutto nel vortice del passato, e sempre più velocemente.

Cesare di Liborio ha compreso perfettamente questo permanere, che egli ha associato alla scultura, al volume, alla forma. Nel linguaggio corrente, la forma determina lo stato nel quale noi percepiamo la materia di un determinato oggetto, e che risulta dalla costruzione e dalla disposizione delle parti. E’ qualcosa di concreto e palpabile. La figura assume un significato più astratto che meglio si conviene alle cose visibili, è la forma superficiale delle cose. Lo scultore crea delle forme, il pittore rappresenta delle figure, il fotografo riunisce forme e figure.

Ma Cesare di Liborio non dimentica l’uomo nel suo inventario meticoloso e superbo della Pallas. Egli ricorda che all’origine c’è il lavoro creativo di un designer nella carrozzeria e quello tecnico-ingegneristico nelle parti meccaniche . E’ così che il suo lavoro si tramuta in un elogio della configurazione e della conformazione, vale a dire l’esempio per eccellenza della bellezza industriale, l’automobile che fu, a giusta ragione, chiamata Pallas.

 


 

Lettera di presentazione

La cultura si esprime con la sé stessa e gli scambi sono la sua linfa. Da qui l’idea di abbinare la cultura motoristica alla cultura fotografica. Sicuramente siamo stati facilitati perché ci siamo trovati di fronte a un’opera d’arte concepita da un italiano, Flaminio Bertoni, designer alla corte della Citroën, e a un bravo fotografo, Cesare Di Liborio che ha saputo cogliere la bellezza delle forme sinuose di questa vettura.

Chi ha unito questo sodalizio è chi si firma, che ha portato un avvenimento inizialmente a carattere nazionale, con circa sessanta autovetture alla prima edizione, ad un livello internazionale, con equipaggi che provengono da tutta Europa, ed un numero di autovetture che ha sfiorato le centocinquanta auto, proprio nell’anno 2002.

Un iniziativa ormai riconosciuta da tutti come la più importante d’Italia nel suo settore e con un mix non sempre facile, unisce quantità e qualità con la partecipazione di esemplari rarissimi e unici che affascinano i numerosi visitatori, portando con l’ausilio del C.A.M.E.R. (Club Auto Moto d’Epoca Reggiano) la cultura dei mezzi storici nel nostro territorio e non solo.

Il libro “Pallas” nasce dall’idea di fotografare questa autovettura. Idea per altro già avuta e seguita da molti fotografi. Per questo il progetto del libro, si materializza con un tipo di immagini non abituali. L’idea del fotografo è quella di decontestualizzare il pezzo dell’automobile dal suo stato e ricollocarlo come opera d’arte all’interno di ipotetiche abitazioni arredate in modo moderno e minimalista. La materializzazione dell’opera avviene attraverso le mani di tre meccanici/artisti, come si può notare scelti con tre età diverse, questo per testimoniare quanto l’amore per questa vettura sia ormai intergenerazionale.

Il libro è accompagnato da un prestigioso testo illustrativo di Charles-Henri Favrod, Direttore Onorario del Museo dell’Elysée di Losanna e Vicedirettore degli Archivi Alinari di Firenze.

Oggi possiamo affermare che questa pubblicazione è stata un grande successo, ha avuto significativi riconoscimenti e apprezzamenti, in particolare dal Dottor Luca Cordero di Montezemolo in quegli anni Presidente della Ferrari e dell’allora Presidente della PSA Citroën che li trasmise tramite il Direttore generale Monsieur Claude Satinet. Inoltre va ricordato che nel 2005, durante i festeggiamenti dei cinquant’anni della nascita della DS (Jubilé 2005) a Parigi, alla FIAC Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea, ventiquattro fotografie furono esposte in uno splendido salotto di una più ampia esposizione curata dalla Citroën.

Il libro fotografico di cinquantasei fotografie in bianco e nero, fu pubblicato nel maggio duemiladue e consegnato anche ai partecipanti della Mille Miglia.

Gianni Marchetti